venerdì 14 marzo 2014

Da donna a donna

Mentirei se non ammettessi che quando ho sentito la notizia ho pensato che alla fine ben ti sta.
Ma la prima reazione è stata istintiva, poi ci ho ragionato sopra, e alla fine non sta bene per niente, nemmeno a te.
Perché nessun essere umano dovrebbe essere umiliato, nemmeno quando ci sta pesantemente sulle scatole, nemmeno quando non condividi nemmeno una parola di quello che dici, nemmeno quando ti da fastidio finanche la sua voce.
Ma alla fine, poveraccia, ci avevi creduto davvero nella tua storia d'amore, altrimenti non te lo saresti sposato quel bel tomo lì, non ci avresti fatto tre figli. Ed era un matrimonio che durava, diobonino, di questi tempi che se vai in oreficeria a cercare le fedi e ti domandano se le acquisti o le noleggi essere insieme dal lontano 1989 è mica da tutti.
E proprio a te, la paladina dell'orgoglio della tradizione, mulino bianco (no, meglio nero), lavoro, cucina, cura dei figli, Dio-Patria-Famiglia, arriva quella batosta tra capo e collo: un marito che frequenta prostitute minorenni, intercettato, beccato, indagato.
Peggio ancora per te devono essere le battutacce, gli insulti, i dileggi che imperversano sulla rete in questi giorni.
Sì, ben le sta.
A lei che diceva "meglio fascista che frocio".
A lei che offendeva per prima anche chi non le aveva fatto niente.
A lei che l'unica soluzione possibile era marito-moglie-figli e davanti al prete.
Cara Senatrice Mussolini, sinceramente mi dispiace per te, e lo dico senza retorica e senza sarcasmo.
Ai miei occhi hai tante colpe, ma in questo caso colpe non ne hai, e rifuggo anche dal "Poveruomo, con una virago così come moglie ci credo che andava a cercar le puttanelle!". No, perché il "Poveruomo" ti ha sposata di sua volontà, mica con una pistola puntata alla tempia o una damigiana di olio di ricino incombente, e quando ti ha sposata eri già come adesso, se un pregio te lo devo riconoscere per forza questo è la coerenza.
E quindi a te va la mia solidarietà di donna. Ma un paio di cosette mi preme dirtele.
Adesso, quando leggerai gli insulti, che tu reputi magari anche giustamente immeritati, pensa a quando eri tu a insultare chi non ti aveva fatto niente.
Adesso, quando prenderanno in giro la tua famiglia, pensa a quando eri tu che dileggiavi quelle che vedevi così diverse dal tuo ideale di perfezione.
Adesso, quando ti proclami così orgogliosa del cognome che porti, in barba a tutti coloro che ancora piangono i morti per le decisioni scellerate di tuo nonno, pensa a come potranno sentire, in futuro, i figli di quelle bambine nel sentire i tuoi, di figli, proclamarsi altrettanto orgogliosi del loro cognome, trasmesso da un padre che ha approfittato delle loro madri quindicenni per soddisfare le proprie aberrazioni sessuali di pedofilo.
Adesso pensa che in una famiglia arcobaleno, composta da due lui, due lei, due lui tre bambini e un cane, due lei due figlie e un gatto ci possono essere più rispetto, più amore e, sì, anche più legalità che nella tua color nero littorio.
E queste cose pensale un po' di più ogni volta che stai per aprire quella boccaccia sempre troppo truccata per spararne una delle tue.

3 commenti:

  1. Ti stimo, sociasorella :)
    Giuly

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  2. Tra le cose che aveva suggerito c'era anche la castrazione chimica per i pedofili.....
    Scusa ma mi è scappata
    La mia soldiarietà come donna c'è. ma lei non mi è mai piacitua come persona e come politico
    Elisa

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  3. Ho avuto i tuoi stessi pensieri, prima ho riso davanti ad una vignetta (neppure troppo crudele) poi mi sono detta che la vita ha molta fantasia nell'insegnarci le lezioni che ancora ci occorre imparare. Mi spiace sinceramente che lo debba fare in modo così duro ma forse le accadrà di pensare due volte prima di urlare qualche altro implacabile giudizio.

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