giovedì 28 febbraio 2013

800

Esimio Sig. Grillo,
leggo oggi sulla stampa nazionale della sua idea di eliminare completamente gli stipendi e le pensioni dei dipendenti pubblici sostituendoli con un reddito di cittadinanza di € 800 al mese.
Ora, la prego di non intendere questo mio post come polemico, non lo vuole essere assolutamente, solo che ho dei dubbi seri su questa idea, e mi piacerebbe venissero dissipati.
Per esempio:
io e mio marito siamo entrambi dipendenti pubblici. Non lo siamo diventati grazie a raccomandazioni, liste protette, chiamate dirette, stabilizzazione di impieghi precari, ma perché un paio di Enti pubblici cercavano personale, hanno indetto concorsi, li abbiamo superati e siamo stati assunti. Io di concorsi ne ho vinti addirittura due, uno dopo tredici anni di anzianità di servizio per avere un passaggio di livello tradottosi in un congruo aumento dello stipendio pari a 40 € mensili.
Dunque in due andremmo a guadagnare 1600 € al mese. Abbiamo due figli di sei e undici anni, entrambi vanno alla scuola pubblica. Paghiamo 260 € al mese di retta, 130 € al bimestre di pre e post scuola perché con gli orari che facciamo al lavoro non riusciamo a seguire l'orario di entrata e uscita regolare più altri 120 € annui per il venerdì pomeriggio del minore, visto che l'istituto scolastico non ha avuto abbastanza fondi per garantire il tempo pieno per tutta la settimana alle nuove prime elementari. E siamo a 390 € di spese fisse solo per i bambini, che hanno un brutto vizio: si ammalano. E gli antipiretici si pagano, lo sciroppo per la tosse si paga, i fermenti lattici per i virus gastro-intestinali si pagano. E poi devono fare sport, perché in primis fa bene alla loro salute e poi a loro piace: il calcio, la piscina, il karate. Poi mangiano: io faccio il pane in casa per risparmiare e preparo loro dolcetti casalinghi per la merenda a scuola, aborro i prodotti industriali e sono troppo cari, ma la pasta, la carne, il riso, il pesce, le uova, la verdura e la frutta, questa roba qui la devo comprare. Per quattro persone se ne vanno allegramente ben oltre i 100 € alla settimana, anche usufruendo delle offerte, dei prodotti primo prezzo e dei discount. Abbiamo una casa di proprietà, teorica per adesso, perché paghiamo 680 € di mutuo al mese e lo pagheremo ancora per i prossimi nove anni. E ci sono le bollette della luce, del gas, del telefono, le spese condominiali, il riscaldamento centralizzato, gli ascensori del palazzo da cambiare, assicurazione e bollo dell'unica macchina di casa e abbonamento ai mezzi pubblici.
Mi spiega lei come faremo?
Noi siamo amministrativi, ma i poliziotti, tanto per dire, ci staranno a rischiare la vita intervenendo su una rapina per quello stipendio?
I medici degli ospedali pubblici si prenderanno la responsabilità della vita delle persone per quella cifra?
Ma, soprattutto, i parlamentari, i ministri, i segretari-sottosegretari-portaborse-portacappelli non sono anche loro dipendenti pubblici? Anche i loro stipendi e i loro vitalizi saranno equiparati al reddito di cittadinanza?
Io sarei ben felice di poter vivere in un paese dove con 800 € mensili si tiene una tenore dignitoso, ma la veggo buia.
Io auguro ai ragazzi del M5S eletti in parlamento un sincero buon lavoro, preferisco la loro voglia di cambiamento drastico all'attaccamento a un vecchio puttaniere con i capelli dipinti, anche se non li ho votati a loro va il mio in bocca al lupo.
Ma vorrei una risposta a queste mie domande, abbiate pazienza ma sono un filino preoccupata.

Disclaimer: in molti post su altri blog quando qualcuno ha criticato Grillo i suoi sostenitori e i suoi oppositori si sono espressi spesso in modo aggressivo e maleducato. Io ho cercato di non esserlo, anche se ammetto una puntina di ironia. Vorrei pregare chi intende commentare di mantenere toni educati, io non ho mai bannato né censurato nessuno e non lo farò nemmeno questa volta. Da cafoni eventualmente ci passate voi.

domenica 24 febbraio 2013

Dovere di voto

Ho votato.
E ho votato anche se fa un freddo cane, nevica e di tutto avrei avuto voglia fuori che di imbacuccarmi e uscire con marito e figli sotto la tormenta. Il mio sogno sarebbe stato rimanere con il pile di topolino a guardare Real Time ma sono uscita e ho votato. Abbiamo votato e per autoconsolarci siamo andati a mangiare il sushi.
Ho votato e ho votato a sinistra, perché la preferisco ai sinistri;
perché preferisco i discorsi ridondanti di Vendola alle barzellette di Berlusconi;
perché sono convinta che quello che è "pubblico" sia di tutti e non di nessuno, e quindi basta sputarci sopra e cercare di farlo fuori, a partire dalla scuola, passando dalla sanità per finire con il lavoro;
perché preferisco che in Italia ci siano centomila immigrati onesti piuttosto che un solo parlamentare condannato ma a piede libero, perché avere una cittadinanza che non è europea non è un reato mentre lo è rubare i nostri soldi e usarli per corrompere, comprare voti, procurarsi vantaggi personali;
perché è vero che Bersani sui manifesti elettorali sembra Gargamella, ma a dire il vero nei cartoons ho sempre preferito i cattivi ai buoni: Gatto Silvestro a Titti, Will-e-Coyote a Beep Beep, Gargamella al Grande Puffo.
Ho votato a sinistra perché ormai è assodato che sono un'inguaribile utopista.
Ci spero ma non ci credo poi tanto.
Ma questo post non è una campagna elettorale, piuttosto una dichiarazione di voto.
Poi voi votate per chi vi pare, purché lo facciate. Votate chi preferite con la testa, con la pancia, con il cuore, anche con il culo.
Ma votate perché è un dovere.
Perché se non lo fate non dovreste avere diritto poi di lamentarvi o protestare se chi ci governa non vi piace.
Perché c'è gente che è morta perché lo potessimo fare.
Perché anche se fa freddo ci si copre un po' di più e le associazioni di volontariato per la terza età e per i disabili accompagnano ai seggi chi non ce la fa ad andare da solo.
Votate perché sì.

Per questo post non è stato usato nemmeno un singolo foglio di carta, quindi nessun albero è stato sacrificato per fare cartelli.

martedì 19 febbraio 2013

Per sperare che niente sia invano

Laura non ce l'ha fatta.
La sua anima se ne è andata anche se il suo cuore batte ancora.
E continuerà a battere ancora anche da domani, dopo che sarà dichiarata clinicamente morta e verrà impiantato nel petto di qualcuno che ne ha bisogno.
E i suoi occhi continueranno a vedere il mondo da un altro volto.
Grazie Laura.
Per esserci stata,
per quello che hai fatto,
per quello che hai dato,
per le persone che hai aiutato con la divisa arancione che portavi con tanto orgoglio.
Per le vite che salverai domani, quando perderai definitivamente la tua.

lunedì 18 febbraio 2013

Laura c'è ancora

Ma non è a casa sua.
Laura è un'amica da tempo.
Iperattiva. Lavoro, lavoro, lavoro. Niente ferie, non ha tempo, ha da fare.
Un figlio che ha tre anni più di Emmegrande, sono amici.
Il figlio cresce, ha i suoi giri, il calcio al sabato, a Laura avanza del tempo ma a lei non piace che le avanzi.
E allora va a fare la volontaria nella squadra di mio marito.
E le piace, si da da fare, supera il corso, si fa stimare da tutti.
Poco prima della fine dell'anno un incidente stupido: una barella che rimane agganciata alla paratia difettosa dell'ingresso di un pronto soccorso. Laura si attacca alla paratia per bloccarla, la barella rimane a terra ma lei rimane appesa e cada da nemmeno tanto in alto, ma abbastanza da rompersi un ginocchio.
Capita, sfiga, ma niente di grave, un po' di gesso e di eparina e tornerai come nuova.
Sabato le hanno tolto il gesso.
Ieri notte l'hanno ricoverata d'urgenza per un'embolia polmonare. Venticinque minuti di arresto cardiaco, ripresa nel momento immediatamente precedente a quello che avrebbe significato "ora del decesso..."
Adesso Laura è in coma, in rianimazione.
Non si sa né se, né quando, né come ne uscirà.
Laura ha 45 anni e sei anni fa ha perso il fratello.
Questo a volte è proprio un mondo di merda.
Ma ha ancora bisogno di lei.
Forza, Laura.

domenica 17 febbraio 2013

Il difficile mestiere dei genitori.

Sabato 16 febbraio. Sul palco dell'Ariston di Sanremo annunciano l'esibizione dei Modà. Emmepiccola salta sul divano urlando "Evviva! Ecco quelli che piacciono a me! Dai Kekko!!!!!"
Io e mio marito ci guardiamo avviliti, domandandoci telepaticamente dove e cosa abbiamo sbagliato. Quando? Perché?
E' stata colpa mia che per addormentarlo lo ninnavo cantandogli "Bocca di rosa" o "La canzone di Marinella"?
La responsabilità è di Emmemaxi che quando lo accompagnava al nido in macchina metteva sull'autoradio la compilation di Barry White?'
Ci riprendiamo un po' quando scopriamo che ammira anche Cristicchi ma il colpo è duro.
Oggi siamo tutti in macchina, torniamo da una giornata dagli Zietti campagnoli.
Emmepiccola prende la parola col piglio deciso di un grande oratore.
La settimana scorsa il maestro di matematica ci ha sgridato per come ci stavamo comportando, e io mi sono vergognato molto. Non mi sono sentito umiliato ma come se non stessi facendo abbastanza. Che essere bravi a scuola non significa mica solo stare seduti in silenzio e non prendere note, bisogna avere degli obiettivi, bisogna comportarsi in modo che anche gli altri bambini capiscano che è giusto avergli, altrimenti stiamo solo lì seduti come dei babbei. E non sono solo i genitori e gli insegnanti che glielo devono far capire, io vorrei essere un esempio.
Io ho un obiettivo nella vita e lo devo raggiungere comportandomi al meglio.
Se io voglio esseere un grande meccanico dovrò studiare per diventarlo, metterci l'impegno e l'attenzione, fare tutto il possibile per raggiungere il mio obiettivo.
E mentre io ed Emmemaxi ci guardiamo con la lacrimuccia di commozione e orgoglio che spunta dall'angolo dell'occhio, vabbè, gli piacciono i Modà ma dopotutto ha solo sei anni e sentirlo fare questi discorsi apre il cuore, Emmegrande chiede al fratello "Allora il tuo obiettivo è di diventare meccanico?" "No, calciatore della Fiorentina".
Dove e cosa abbiamo sbagliato?
Quando?
Perché?

giovedì 14 febbraio 2013

Semplice

Non per snobismo, ma non so come mai io e te finiamo sempre con il non festeggiare San Valentino nella data giusta. Sempre il giorno dopo, o la settimana dopo. Una volta per via di uno dei bambini malato, o per qualche riunione del volontariato, oppure perché fai il turno di notte. Come questa volta.
Ma ti dirò che delle date me ne frega poco o niente.
Perché tanto noi siamo gli stessi tutti i giorni.
E tu sei la sola cosa semplice della mia vita. L'unica senza complicazioni, senza doppi sensi, senza incomprensioni, senza tentativi di cambiarmi o di cambiarmi.
Sei l'unico che mi sopporta e mi supporta sempre e a prescindere.
A cui va bene tutto di me, dal taglio dei capelli a come mi vesto.
Dal mio carattere incomprensibile e inestricabile ai miei difetti che riesci, sai solo tu come, a rivoltare sempre dal lato positivo.
E allora, visto che la nostra festa sarà il 15 a base di take away cinese con i figli felici perché mangeranno con noi i ravioli al vapore e gli spaghetti di riso, celebro oggi come se fosse un giorno qualunque, un giorno come gli altri della nostra storia.
E ti dedico una vecchia canzone che, chissà perché, mi frulla in testa da stamane e sto cantando a squarciagola da quando sono rientrata a casa, con lagatta che mi guarda con l'espressione di chi non sa se chiamare la neuro o unirsi al coro.
Ti amo.

lunedì 11 febbraio 2013

Avanti il prossimo

Caro Papa che verrai,
hai una responsabilità mica da ridere. Quando uno muore è un discorso, ma quando il predecessore dice "'gna faccio più" si pretende che chi viene dopo faccia di meglio.
Allora, il tuo Capo mi conosce.
Sa che sono polemica, rompiballe, politicamente scorretta e poco praticante.
Sono una, secondo la definizione della tua Ditta, "peccatrice".
Pecco, spesso e a volte pure volentieri.
Ma poiché mi sta più simpatica la storia della pecorella smarrita che quella di Sodoma e Gomorra ho la speranza che prima o poi il tuo Capo mi perdoni e non mi incenerisca a furia di strali o mi trasformi in statua di sale, che poi mio marito ha pure la pressione alta e non sarebbe cosa.
Comunque sappilo: da te pretenderei un po' di cose. Cosucce umane, mica divine, magari sembrano irrealizzabili ma a pensarci bene qualcosa si potrebbe fare.
Non so, roba tipo che se un prete è pedofilo gli si strappa la tonaca di dosso e lo si licenzia senza liquidazione e preavviso, credo che quando Gesù disse "lasciate che i bambini vengano a me" intendesse avere scopi ben più divini. Per intendersi con la o aperta e non chiusa.
Tipo che se parli dell'enorme attenzione che la Santamadrechiesa dedica alla fame nel mondo mentre si indossa il valore del contenuto dei caveau di tredici gioiellerie dovresti percepire un po' di contraddizione nel tutto.
Tipo che a "libera Chiesa in libero Stato" dovrebbe corrispondere anche uno "Stato libero dalla libera Chiesa". Insomma, ci sono dei politici pagati profumatamente per fare le leggi, vogliamo lasciar loro la possibilità di idearle e di non dover far dietrofront ogni volta che storcerai il naso? Che poi i Cristiani Cattolici praticanti agiscano secondo la loro coscienza è giusto e sacrosanto ma perché, per esempio, una coppia portatrice di malattie genetiche potenzialmente mortali non può avere un figlio sano con la fecondazione assistita perché altrimenti ti arrabbi? Che poi ti arrabbi in Italia, di quello che accade negli altri stati evidentemente te ne importa meno. O forse sono loro a cui importa meno quello che dici tu.
Tipo che forse sarebbe l'ora di ripensare un po' a quel discorso sul sesso utile solo al fine della procreazione.
Che poi, a parte il fatto che il sesso è divertente e sono piuttosto convinta che la maggior parte dei tuoi predecessori confermerebbe ampiamente, mica si procrea solo figliando, sai?
Ogni volta che diffondi amore, che generi gioia, che aumenti la felicità globale procrei un atomo di mondo migliore. Mica è obbligatorio procreare per forza un altro essere umano sai? Soprattutto se si rischia di diffondere malattie poco simpatiche.
E poi, suvvia, anche questa storia che le unioni omosessuali sono una minaccia per la pace! Sono ben'altre le cose che la minacciano. Cose tipo dittatori ai quali non è stata lesinata l'eucarestia, politici egoisti affamati solo di potere ai quali si stendono tappeti rossi in quasi tutte le chiese, con qualunque moglie si presentino al braccio. Erano ben più minacciosi per la pace i Crociati o i seguaci di Torquemada, eppure mi sembra che nessuno dei vostri l'abbia mai riconosciuto.
L'amore non è mai una minaccia per la pace, e sarebbe l'ora che ve ne accorgeste anche dalle vostre parti.
Se poi ti offrissi volontariamente di far pagare l'IMU alla chiesa giuro che convinco Emmemaxi a sposarmi in Chiesa, guarda un po'!
Comunque sono sicura solo di una cosa, che anche questa volta non sarai donna.
Ed è un peccato, perché come donna forse capiresti tante più cose, con la testa e anche con la pancia e con il cuore.
Che tu sarai il Padre della Chiesa, ma credo che ci sarebbe più bisogno di una madre. Che una madre ama sempre i propri figli, indiscriminatamente, senza se, senza ma e senza però. Solo perché ci sono e sono come sono comunque sono e dovunque sono.
Buon lavoro.
Io intanto aspetto serenamente la scomunica di Pontifex.

mercoledì 6 febbraio 2013

Domande destinate a rimanere senza risposta

  1. Perché mi commuovo e verso lacrime a fiumi al finale di ogni episodio di "Cold case" anche se è la ventesima volta che lo guardo?
  2. Datosi un posto libero su un tram superaffollato e due vecchiette munite di borse della spesa perché entrambi schizzeranno verso il posto di cui sopra a una velocità che io non mi sognerei di raggiungere nemmeno nelle mie più rosee speranze e una volta raggiunto lo reclameranno entrambe perché invalide?
  3. Nei programmi di Real Time sono nascosti dei messaggi subliminali che ti condizionano a guardarli anche se ti rendi conto che sono delle boiate pazzesche?
  4. Perché mio marito mi brontola visto che a parer suo sto dimagrendo troppo e contemporaneamente mi sembra di vedere il mio deretano lievitare come un pandoro condominiale?
  5. Perché Emmepiccola adotta l'atteggiamento del neonato piagnucoloso ogni volta che non ottiene immediatamente quello che vuole e poi si rifiuta di andare dalla pediatra perché quello è un posto per bambini piccoli e lui è grande?
  6. Perché Emmepiccola si prende i virus para-influenzali ogni volta che prometto ai miei figli che parteciperemo al Bike Carnival al parco della Pellerina?
  7. Perché la mia psico mi dice che devo smetterla di essere utopisticamente adolescente e che non posso cambiare il mondo da sola?
  8. Perché "sindrome dispercettiva del senso di giustizia" ha un suono immensamente più figo che "fuori come un balcone"?
  9. Perché mio marito mi dice che se gli davo sessanta euro me lo diceva anche lui che sono un'utopista con poco senso della realtà?
  10. E soprattutto perché la gatta decide di essere perdutamente innamorata di me alle quattro di notte e viene a leccarmi la faccia mentre tutto quello che vorrei sarebbe dormire il sonno del giusto?
Con questo post direi che potrebbe riaprirsi la serie dei miei scritti dichiaratamente cazzari.
E che evidentemente le terapie stanno funzionando.

venerdì 1 febbraio 2013

Fazzoletti di carta

Prima di uscire di casa me ne sono infilata in borsa un pacchetto, perché ero profondamente convinta che mi sarebbero serviti.
Insomma, ultimamente ho la lacrima parecchio facile.
E invece la seconda seduta dalla psico è finita che stavo ridendo.
Di me.
Della mia sprovvedutezza, della mia assoluta incongruenza, della mia doppia, tripla, quadrupla personalità.
Insomma, qualcuno troverebbe vantaggioso il sapersi comportare di conseguenza alle situazioni.
Io no, non più.
Non voglio più essere una e trina, voglio essere una e basta.
E quindi basta fare la spavalda quando l'unica cosa di cui avrei bisogno sarebbe un bagno per non cagarmi sotto, basta sforzarsi di sorridere a qualcuno quando lo stenderei volentieri a papagni sul muso, basta far finta di accettare situazioni che non sono in grado di sopportare.
Devo imparare a contare.
E prima che di contare su me stessa devo imparare proprio le cifre e i numeri.
Conta.
Fino a cento, mille, diecimila fino a che non avrai capito che ogni azione comporta una conseguenza e una reazione.
Basta cercare scappatoie, stanze nascoste ed escamotage.
E basta anche con la convinzione che il mondo sia pieno di cattivi. Oddio, indubbiamente ce ne sono e non pochi. Ma mica tutti ce l'hanno con me. Credo.
Ho dei doveri e per primo quello verso la mia famiglia, verso i miei figli che non sono loro che mi hanno chiesto di venire al mondo, ma li ho cercati e voluti disperatamente e hanno il diritto di avere un esempio e una guida. Verso mio marito che mi culla e mi coccola come fossi una cosa preziosa, che io gli dico che sono il peggior affare che abbia fatto nella sua vita ma lui continua a negare e questo mi da da pensare che ci creda veramente.
Ho dei doveri verso il mondo, che girerebbe benissimo anche senza di me ma ormai ci sono.
E quando sarà il mio momento di sparire vorrei farlo lasciando una scia luminosa come un fuoco di artificio, non uno sbuffo e il cattivo odore di una scoreggia travestita.
Mondo, sto per riaffrontarti. E con i fazzoletti di carta. Non per le lacrime ma non vorrei che, al momento di trovare quel famoso cesso di cui sopra fosse finita la carta igienica.