lunedì 23 settembre 2013

Di pancia e di cuore

Io ho un'amica.
L'ho conosciuta grazie al mio primo blog, abitiamo vicine e abbiamo bambini della stessa età.
Siamo diventate amiche di pancia e di cuore, unite dalla comune passione per Ligabue e da tutte le diversità che ci legano:
io pennellona bionda che si veste di tutti i colori, lei piccola e bruna sempre vestita di scuro;
io impulsiva e caciarona, lei riflessiva e pacata;
io ottimista inguaribile con sprazzi di depressione, lei pessimista cosmica leopardiana con sprazzi di follia.
La mia amica ha un bimbo più grande di Emmepiccola di qualche mese, lei lo chiama il Cucciolo Bizzarro.
Anche lui e mio figlio sono diventati amici.
Hanno imparato a saltare sui tappeti elastici, ad andare in monopattino e sulla bici senza rotelle sempre insieme.
Quando andiamo in vacanza il primo souvenir che compra Emmepiccola è per il suo amico.
Se il Cucciolo Bizzarro è triste anche Emmepiccola lo diventa, se è allegro l'allegria raddoppia, se è nervoso pure mio figlio lo diventa.
Condividono giochi, carte di Yu-gi-oh e si parlano al telefono in un linguaggio che capiscono soltanto loro, ma tra loro si capiscono.
Sono amici di pancia e di cuore, come le madri.
E io, con questa madre, oggi piango.
Con lei ma non per lei.
Piango per quei bambini figli di genitori scellerati che gli hanno fatto cambiare scuola perché in classe con loro c'era un bambino autistico, e non sapranno mai quante cose avrebbero potuto condividere con lui, imparare da lui.
Come fa Emmepiccola con il suo amico Cucciolo Bizzarro.

mercoledì 18 settembre 2013

La tortina di nonnina Paperina

Se fossi stata Eva la sorte del mondo sarebbe stata decisamente diversa. Odio le mele. Le trovo un frutto stupido, non mi faccio tentare né dal profumo di rosa delle Annurka né dall'acida croccantezza delle Granny Smith. Aborro la stucchevole dolcezza delle Golden e la farinosa consistenza delle Royal Gala. Le uniche che tollero, in caso di fame nera, sono quelle selvatiche, piccole piccole, che finiscono in tre morsi. In compenso le amo trasformate in altre cose che non siano palle ricoperte di buccia: in succo, tassativamente non zuccherato, in mousse, in torta. Ma non la torta classica, quella con le fettine disposte ordinatamente a raggera che spesso viene portata da chi invito a pranzo, ho portato una torta di mele, tanto piace a tutti. Ecco, non a me.
Adoro l'Apple Pie, è una delle poche cose buone che abbiano inventato gli americani insieme al burro di arachidi e al gelato Haagen Dazs.
Già da quando ero bambina e leggevo Topolino fantasticavo sui fumetti di Nonna Papera, che metteva quel dorato capolavoro esalante fumi i cui odori potevo solo immaginare a raffreddare sul davanzale, al riparo dagli assalti del goloso Ciccio, quando l'ho assaggiata ho scoperto il paradiso. Il gusto delle mele, mescolato a quello delle spezie, rallegra le papille e predispone alla pace nel mondo. Non capisco perché gli americani, che la mangiano praticamente ogni giorno, siano così guerrafondai.
Ho provato tante volte e con tante ricette a riprodurla, il risultato è sempre stato penoso. fin quando non ho brevettato la versione mini, ottima da cacciare nello zaino dei figlioli come merendina per la scuola.
Occorre un po' di pazienza, ma vale la pena di provare.
Per i puristi della frolla: saltate la prima parte che non fa per voi e continuate a fare la frolla con tutti i crismi, quella che segue è la ricetta per le mamme indaffarate che hanno poco tempo a disposizione.
Servono 250 g. di farina, 125 g. di zucchero, 125 g. di burro morbidissimo, un uovo intero e un rosso e un paio di cucchiaini di lievito vanigliato. Il bravo pasticcere impasterebbe tutto velocemente in punta di dita, io sbatto tutto nella planetaria e quando è diventata una massa informe con parecchie briciole ancora vaganti do un'ultima amalgamata a mano. Poi si avvolge nella pellicola e si mette in frigo, in basso, per almeno mezz'ora.
Puristi della forlla: potete ricominciare a leggere.
Nel frattempo si mettono in padella le mele tagliate a dadini. Per la quantità di frolla di cui sopra servono due Gala piccole o una Golden e mezza. Da evitare le Granny e le melone rosse di Biancaneve. Le prime sono troppo acide e le seconde si spappolano miseramente. Le dosi del ripieno sono assolutamente empiriche, aggiustatele a piacere vostro: un paio di cucchiai di zucchero di canna, una bella spolverata di cannella e di zenzero in polvere, una manciata di uvetta ammollata e, se vi piacciono, un bel po' di pinoli. Lasciate sul fuoco medio rimestando spesso, finché le mele sono tenere. Da gourmet sarebbe la fiammata di brandy, ma se vanno nello zaino dei pargoli e non volete trovarvi gli assistenti sociali sull'uscio di casa evitate e, se diventa troppo asciutto, allungate con un po' di acqua tiepida.
Togliete la frolla dal frigo e stendetela più sottile che riuscite, tagliatela a dischi con un bicchiere e foderate i pirottini da muffins (serve la teglia con gli stampini, ovviamente) e metteteci dentro una bella cucchiaiata di composto. Coprite con un dischetto di pasta più piccolo, se volete fare i fighi potete sigillare i bordi con i rebbi della forchetta ma non importa, perché la pasta cresce un pochino e si sigilla da sola. Vanno cotti in forno ventilato a 180° per 15/20 minuti. In un contenitore ermetico sopravvivono una decina di giorni ma, se vengono bene, di solito finiscono prima.
Effetti collaterali: danno dipendenza.

domenica 15 settembre 2013

La pipì di Sofy

Il volo per Palma di Majorca con scalo a Ibiza è pieno come solo i charter delle vacanze possono essere. Dal mio posto corridoio constato con soddisfazione che quest'anno, finalmente, non ho il solito vecchietto prostatico seduto accanto, quindi non dovrò alzarmi ogni dieci minuti per farlo andare in bagno, il padre con figlia adolescente che lo occupa mi sembra piuttosto sonnacchioso, lei scalpita perché non può usare il cellu ma immagino si rassegnerà. La maggior parte dei posti sono occupati da ragazzi ambosessi che hanno spuntato la settimana di fine estate a Ibiza con gli amici come regalo per la maturità appena ottenuta, ragazzine in microshorts e fanciulli con le mutande sporgenti dalla cintura dei calzoni. Due gemelli sono stati accompagnati fino al controllo documenti dai genitori e dal nonno, il padre orgoglioso con la faccia di chi ricorda le sue conquiste in Riviera e la mamma apprensiva, mi raccomando, sulle isole la sera si alza il vento, ricordatevi la felpina.. Il simmamma di risposta ricorda i tentennamenti vuoti dei cagnolini che si mettevano sulla cappelliera delle auto negli ormai preistorici anni '70. L'aria condizionata non ci surgela, l'aereo sosta tranquillo prima di dar forza ai motori e portarci in vacanza, finalmente.
All'improvviso, dal posto dietro al mio, si alza un urlo acuto e penetrante:
Sofy!!!! Facciamo pipì?????
Gli occupanti delle tre file immediatamente antecedenti e successive trasecolano spaventati, l'emissaria dell'urlo si ritiene in dovere di spiegare, con lo stesso tono di voce, che Sofy deve fare pipì ma non la vuol fare perché ha paura del bagno dell'aereo, la prima volta che l'ha usato era molto piccola, perché lei ha sempre viaggiato con la figlia da quando è nata e l'ha già portata in millemila posti bellissimi, ma il rumore che ha fatto lo scarico l'ha spaventata a morte. E mentre Sofy piagnucola che non vuol fare pipì lei la prende in braccio e intorta le hostess sulla necessità assoluta di usare il bagno anche se ancora non sarebbe concesso, perché Sofy rischia di farsi pipì addosso. Ovviamente nessuno ha la faccia tosta di chiederle perché Sofy non abbia espletato il suo bisogno impellente nell'oretta e passa durante la quale abbiamo aspettato l'imbarco, nel frattempo la pargola strepita e la mamma continua a pigolare è vero che questo bagno non fa rumore? E' vero che non fa "fluushh"? Adesso Sofy fa pipì, vero Sofy che facciamo pipì?
Si da per vinta dopo dieci minuti di tentativi e solo perché il volo deve decollare, si rassegna a sedersi e a ragguagliare i compagni di viaggio, nel raggio di tre file avanti e dietro, sul fatto che Sofy non fa pipì in aereo e che a momenti se la farà addosso. La sua vicina di posto, timidamente, prova a chiederle perché non le abbia fatto indossare un pannolino, ottenendo in cambio un altro quarto d'ora di squittii sul fatto che Sofy non lo voglia più usare perché è grande, lei ci ha provato per venti munuti a metterglielo ma non c'è proprio riuscita, Sofy ha tre anni ma un bel caratterino. Il papà di Sofy siede vicino al finestrino con la fissità nello sguardo tipica dell'ottuso (cit.) e si limita ad annuire ogni qualvolta la consorte gli indirizzi contro un veroamore???? a conferma delle affermazioni che fa.
L'aereo lascia Malpensa sotto il cielo grigio e sotto le chiacchere incessanti e trapananti della mamma di Sofy, che racconta a chiunque voglia, o non voglia, ascoltarla, dei fantastici viaggi che ha già fatto, di quanto siano sempre ignoranti e maleducati gli indigeni, della meraviglia dei servizi dei grandi tour operator e tutti ci chiediamo perché non se ne sia andata alle Galapagos a tediare le tartarughe invece che tormentare noi delle due settimane low-cost, io attendo ansiosa lo spegnersi del segnale delle cinture allacciate per cacciarmi le cuffiette dellìMp3 nelle orecchie e escluderla dal mio campo uditivo. Quando finalmente riesco a farlo respiro di sollievo e mi appresto a trascorrere tranquillamente l'ora di viaggio che resta senza sentire i suoi Sofyfacciamopipì? che strilla a intervalli di tre minuti l'uno dall'altro.
Purtroppo l'ora passa troppo veloce, si riaccende il segnale di allacciare le cinture perché stiamo per atterrare su Ibiza, spengo il lettore proprio mentre lei sta implorando l'hostess di farla provare un'ultima volta a portare Sofy in bagno. Sofy, lo dice anche la signorina che il bagno non fa rumore! E' vero che non fa flushhh? Adesso Sofy facciamo pipì! Dai Sofy che altrimenti te la fai addosso!!!
Stringo i denti pensando che mi servono solo altri venti minuti di pazienza e pregando che la formula roulette con la quale abbiamo acquistato la vacanza non me l'assegni come compagna di albergo, ma la legge di Murpy è in agguato.
Su Ibiza imperversa un violento temporale, che ci fa ballare come burattini e ritarderà di parecchio l'atterraggio.
Lei racconta imperterrita di quella volta che per andare alle Mauritius sentivano i tuoni esplodere fuori dai finestrini dell'aereo e venivano sbatacchiati a destra e a manca dai vuoti d'aria, veroamore? e quello annuisce senza cambiare mai espressione, ogni tre minuti pronuncia il suo Sofyfacciamopipì?!?!?!? nonostante si sia in fase di atterraggio e non ci si possa alzare, la sua vicina di posto cerca disperatamente di cambiare argomento, tu che lavoro fai? E fa l'errore peggiore della sua vita.
La mamma di Sofy è parrucchiera, e mentre io agghiaccio pensando alle povere orecchie delle tapine che capitano sotto le sue forbici lei si lancia in una disquisizione storica sull'invenzione dello Shatush e delle sue variazioni, che lei lo sa fare come va fatto, con i codini e il pennello e il colore giusto e il tempo di posa giusto e il fissaggio e le sfumature e che peste la colga o almeno una laringite, Dio ti prego, se capita al nostro albergo falle venire una bella laringite!
Emmemaxi mi guarda, sa che a me i temporali danno ansia quando loro sono in cielo e io in terra, figuriamoci adesso che siamo alla stessa altezza... Tutto bene, amore?
Io lo guardo con una di quelle espressioni che solo lui è in grado di capire, infatti capisce.
"Me lo ha ridotto in patè d'angullia" mormora sconfortato, il mio è in mousse, rispondo io.
Nel frattempo la mamma di Sofy ha avuto un'esaltante idea, e sta martellando le hostess perché la facciano scendere un attimo a Ibiza per far fare la pipì a Sofy! Non è possibile, le dicono quelle, siamo già in ritardo e non possiamo accumularne altro! Ma lei insiste, Sofy deve proprio fare pipì altrimenti se la farà sotto! Vi prego, è una vera e propria emergenza! Il bimbo della vicina mormora che ha la nausea, e ci credo, povero piccolo, l'abbiamo tutti e non per il temporale. Ecco, vedete? Anche lui deve scendere! Scendiamo un momento e poi risaliamo subito! Sono bambini e hanno assolutamente bisogno! Nemmeno che l'aeroporto di Ibiza fosse un autogrill.
Come Dio vuole, dopo un'ora di volteggi nell'attesa che il temporale si plachi, riusciamo ad atterrare. I ragazzi di Ibiza si precipitano fuori di corsa, se fanno in fretta riescono già ad andare al Pacha questa sera, la mamma di Sofy implora le hostess che almeno la facciano scendere che Sofy fa pipì un attimo sulla pista.
Noi siamo stremati, le hostess pure, l'assistente di terra che è salita sull'aereo si rende conto della situazione e, udite udite, porta con la sua auto di servizio Sofy e la mamma al terminal per liberarsi, finalmente, degli ettolitri di pipì.
I passeggeri rimasti a bordo esalano, contemporaneamente, un enorme sospiro di sollievo.
Dopo la discesa dei vacanzieri del Pacha saremo rimasti sì e no una quarantina, tutti concentrati nei posti davanti, le hostess chiedono gentilmente se venti di noi sono disposti a spostarsi in coda per garantire un migliore bilanciamento dell'aereo.
I dodici occupanti delle file davanti e dietro a quella di Sofy e di sua madre, Sbullonati compresi, come un sol'uomo alzano la mano urlando NOI!!!!!
E i venti minuti del volo da Ibiza a Palma, nonostante il temporale che ci inseguiva, mi sono sembrati i più tranquilli della mia vita.

Morale della favola: vi hanno detto che per ottenere ciò che si vuole bisogna essere pazienti, perseveranti, volenterosi. Mentivano.
In realtà bisogna scassare i cabasisi al prossimo fino a triturarli e prenderlo per stanchezza.

giovedì 12 settembre 2013

Nuovo autunno

Le vacanze sono finite, ne parlerò presto e vi tedierò con la pubblicazione di foto modello pizza e diapositive a casa di amici.
Ma adesso concedetemi un attimo intimo di commozione.
Emmegrande ha cominciato le medie.
Carico, entusiasta, felice che speriamo che duri.
E' in classe con uno dei suoi amici del cuore, in tre giorni si è fatto nuovi amici, adora il prof di lettere e questo mi fa ben sperare in un suo prossimo interesse per la lettura e la scrittura.
Mi sembra ieri il primo giorno
del nido,
della materna,
delle elementari.
Un cucciolo che sta crescendo, che scruta quotidianamente le ascelle per controllare se spunta qualche pelo, che cavoli, i suoi amici già sono irsuti e lui è implume e imberbe come un seienne, un nuovo interesse per le ragazze, quelle delle medie non sono gnegne come quelle delle elementari.
La tracotanza con cui scende di macchina non davanti alla scuola, giammai, ma davanti al supermercato dove si da appuntamento con due amici per andare insieme.
La telefonata dal suo nuovo - vecchio - cellulare con la quale mi avverte che mi aspetta davanti al chiosco con i soliti due soci.
Il tempo perso al mattino davanti all'armadio aperto, cosa mi metto oggi, che a volte penso che abbia bisogno di una consulenza con Enzo Miccio e Carla Gozzi, ma poi mi esce fuori gagarino e agghiaccio al solo pensiero.
Cresce, cavoli se cresce.
MA DA QUI A DIVENTARE ADULTO CE NE VUOLE!!!!
Quindi qualcuno lo avverta che se non la smette con quell'aria da uomo vissuto quando si rivolge a me gli spacco il muso.
Eccheccacchio.