giovedì 14 novembre 2013

Dolcè metà

Il tram n. 4 passa intorno alle sette e trentasette. Quando salgo è già affollato, i ragazzi delle scuole superiori e i loro ingombranti zaini sono appesi ai sostegni e con l'altra mano spippolano incessantemente sui loro cellulari, quelli che hanno trovato un punto di appoggio approfittano del tragitto per un veloce ripasso della lezione, il libro o il quaderno incastrati tra gomito e ginocchio. I vecchietti sono la maggioranza, si dividono in due categorie:
  1. Vecchietto con cartella clinica, che spesso ha le dimensioni e l'ingombro di un raccoglitore da ufficio. Il vecchietto con cartella clinica scende alla fermata dell'Ospedale Mauriziano o, al limite, a quella successiva che corrisponde a un'agenzia INPS;
  2. Vecchietto con borsa della spesa. La borsa della spesa in questione è di quelle tipo trolley, e il vecchietto è il più pericoloso perché percorrerà quasi tutto il tragitto del tram per andare a fare la spesa al mercato di Porta Palazzo. Dicono che lì i prezzi siano più bassi, il fatto che i mercatari tendano a tirarti solenni fregature è un particolare del tutto trascurabile.
Capirete che con una clientela così ingombrante è santa manna se riesco a ritagliarmi un angolino tra un'ascella pezzata e un cappotto che odora di cucina cinese e incastrarmi fino alla mia fermata, se sono proprio fortunata e riesco ad appoggiarmi alla parete del tram estraggo un libro dalla borsa e leggo qualche pagina nell'attesa dell'annuncio "prossima fermata: Bertola - next stop: Bertola" che una signorina elettronica scandisce da altoparlanti nascosti. Poi sgomito fino all'uscita e finalmente rivedo la luce.
Sul tram 4 si fanno incontri interessanti: la signorina disabile che sale con me vuole assolutamente il posto a sedere, è vero che le spetta ma a volte fa alzare le vecchiette novantenni se le vede sedute nel sedile riservato.
Qualche settimana fa una tizia ha riconosciuto la nuova compagna di suo marito. L'ha ricoperta di insulti ed improperi mentre noi passeggeri facevamo stoicamente finta di non sentire. La poveretta cercava di calmarla, di farle capire che non era il caso, né il luogo né il momento, ma l'altra non si è sentita soddisfatta fino a che tutta la popolazione tramviaria non ha capito che era una gran puttana ruba mariti. Che con una moglie così c'è anche da capire perché il tipo se ne sia cercata un'altra.
Invece la coppia di stamani di anni insieme ne deve aver trascorsi tanti, almeno a giudicare dall'età. Lei piccola e tondetta, un cappotto trapuntato e un acconciatura tinta di nero corvino e impalcata da bigodini e lacca, una borsetta in mano e la borsa con le ruote nell'altra, lui grigio e un po' curvo, la giacca a vento stampata principe di Galles e una coppola di tweed marrone in testa. Lei si guarda intorno con fare compunto e orgoglioso, lui sta appeso con la testa bassa a uno dei sostegni. Alla fermata dell'ospedale scende la prima tornata geriatrica, alcuni posti si liberano. Due ragazzi girano appena lo sguardo verso i sedili vuoti ma lei tuona : "Guagliò, statte bbuono che noi siamo anziani!" e prende posto con la regalità della cara, vecchia Liz. Poi si volta verso il marito, che è rimasto appeso alla maniglia e non da segni di aver capito la situazione: "Gennà, assittate!" 
Ma Gennà non si muove.
"Assittate, t'ho detto!"
E Gennà rimane appeso.
A questo punto lei si alza, brandisce la borsetta e gliela tira in testa.
"Gennà! Ma sei scimunito o cosa? Assittate, t'ho detto".
E Gennà, mite e docile, si assitta.
Forse la coppola non la mette per ripararsi dal freddo, ma dalle intemperanze della dolce metà.
Ma si vede che il metodo funziona, visto che il matrimonio ha retto.

2 commenti:

  1. Bellissimi, davvero. Io scruto sempre con curiosità gli avventori del tram 15 e ce n'è di ogni... :)

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  2. Alessandra ho riso per 5 minuti, grazie! E mi scuso se l'ho fatto a spese di tutti i pendolari, te compresa!
    Aaannalisa da Sex&theStress
    PS Trenta secondi di silenzio per Gennà.

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