Scusa se non ho risposto al tuo commento al mio post precedente, ma poche righe non sarebbero bastate per dirti tutto.
Mi conosci per nome, quindi forse leggevi anche i miei vecchi blog. Non so da quando, quindi forse nemmeno tu sai che l'estate scorsa abbiamo rischiato di perdere Emmepiccola.
Conosco il terrore, il panico, l'angoscia di vedere camici bianchi che si affannano intorno al tuo piccolo, le lacrime, gli incubi che ancora adesso me lo fanno rivedere mentre vomita litri di sangue.
Mi è stata concesso l'immenso dono del sollievo delle parole "adesso è fuori pericolo", non posso nemmeno immaginare come sia il dolore di una madre.
Vedi, io ho preso tante sassate dalla vita. Sassi, non pietre, ciottoli di fiume di quelli piatti e tondi che se lanciati bene rimbalzano tante e tante volte.
Una famiglia sfasciata;
un padre che se ne è andato prima che potessimo riappacificarci;
la cattiveria e il bullismo ai tempi della scuola;
un ex che per dieci anni mi ha tenuto soggiogata convincendomi di essere qualcosa di appena un po' meno schifoso di una cacca di piccione;
altre cose di cui ancora non riesco a parlare ma che la notte mi fanno svegliare urlando.
Poi, alla fine di un anno stancante, stressante, con problemi di salute che hanno coinvolto più o meno tre quarti tra famiglia e parenti stretti un ultimo stupido ciottolo nemmeno più pesante degli altri mi ha dato la botta finale proprio nel momento in cui mi stavo illudendo essere arrivata in cima alla mia personale gradinata.
Siamo esseri umani e come tali fragili anche quando ci crediamo forti, spesso bambini anche quando abbiamo raggiunto l'età adulta da un bel pezzo, ho guardato quel gradino che mi aveva fatto inciampare come fosse un macigno insormontabile.
Ma il mio non lo era.
E' che non so esattamente cosa vorrei dirti di preciso, ma da quando pochi giorni fa è morta improvvisamente la mia amica non faccio altro che pensare ai suoi genitori, che sono anziani e si sono visti portare via due figli a pochi anni di distanza l'uno dall'altro.
E mi vergogno tanto anche solo di aver pensato di non farcela.
E ti stringo nello stesso abbraccio con il papà e la mamma della mia amica che non c'è più.
Mi conosci per nome, quindi forse leggevi anche i miei vecchi blog. Non so da quando, quindi forse nemmeno tu sai che l'estate scorsa abbiamo rischiato di perdere Emmepiccola.
Conosco il terrore, il panico, l'angoscia di vedere camici bianchi che si affannano intorno al tuo piccolo, le lacrime, gli incubi che ancora adesso me lo fanno rivedere mentre vomita litri di sangue.
Mi è stata concesso l'immenso dono del sollievo delle parole "adesso è fuori pericolo", non posso nemmeno immaginare come sia il dolore di una madre.
Vedi, io ho preso tante sassate dalla vita. Sassi, non pietre, ciottoli di fiume di quelli piatti e tondi che se lanciati bene rimbalzano tante e tante volte.
Una famiglia sfasciata;
un padre che se ne è andato prima che potessimo riappacificarci;
la cattiveria e il bullismo ai tempi della scuola;
un ex che per dieci anni mi ha tenuto soggiogata convincendomi di essere qualcosa di appena un po' meno schifoso di una cacca di piccione;
altre cose di cui ancora non riesco a parlare ma che la notte mi fanno svegliare urlando.
Poi, alla fine di un anno stancante, stressante, con problemi di salute che hanno coinvolto più o meno tre quarti tra famiglia e parenti stretti un ultimo stupido ciottolo nemmeno più pesante degli altri mi ha dato la botta finale proprio nel momento in cui mi stavo illudendo essere arrivata in cima alla mia personale gradinata.
Siamo esseri umani e come tali fragili anche quando ci crediamo forti, spesso bambini anche quando abbiamo raggiunto l'età adulta da un bel pezzo, ho guardato quel gradino che mi aveva fatto inciampare come fosse un macigno insormontabile.
Ma il mio non lo era.
E' che non so esattamente cosa vorrei dirti di preciso, ma da quando pochi giorni fa è morta improvvisamente la mia amica non faccio altro che pensare ai suoi genitori, che sono anziani e si sono visti portare via due figli a pochi anni di distanza l'uno dall'altro.
E mi vergogno tanto anche solo di aver pensato di non farcela.
E ti stringo nello stesso abbraccio con il papà e la mamma della mia amica che non c'è più.
Si Alessandra ti leggevo anche prima e avevo letto di piccolino, mi piaceva leggerti perchè ti consideravo solare una bella persona e ciò traspariva dalle tue parole, quando da dicembre non ti ho più ritrovato mi chiedevo cosa fosse successo poi per caso ti ho ritrovata qua e mi fa immenso piacere. forse dal mio commento precedente ho lasciato intendere una cosa drammatica come una fine vita ma non è stata cosi tragico ma quando si è impreparati ad affrontare il macigno che ti viene addosso tutto il tuo mondo crolla. io ho una figlia 24enne che non mi ha mai dato grosse preoccupazioni, pensieri certo, ma presumo di ordinaria amministrazione, insomma una brava ragazza sempre uscita con il massimo dei voti, impegnata nel volontariato, assieme ad un ragazzo della sua età e sembrava tutto normale. fino a quel giorno: lei era via da casa da una settimana impegnata in un campo di formazione scout, erano tre giorni che non la sentivo ma sapevo quanto erano impegnativi i campi ed ero solo un pò infastidita non preoccupata, mi arriva questa telefonata della sua capo scout: una mamma una donna che con brutali parole mi dice che non se la sentono di lasciare prendere il treno, ha avuto una crisi isterica e ha rivelato di essere stata violentata 4 anni prima durante una vacanza con noi da un cameriere non ne ha mai parlato con noi per non darci un dispiacere (ma ci pensi?) ha solo trovato la forza di parlarne con il sacerdote capo scout che ha pensato bene di fare altrettanto certo non con la forza fisica ma psicologica infondendole il dubbio che in caso ne avesse parlato con qualcuno certamente credevano a lui e non ad una ragazzina. questo mi è stato riferito in una telefonata di pochi minuti, io e mio marito siamo partiti mmediatamente per andare a riprenderci nostra figlia, l'abbiamo trovata accovacciata per terra in un mare di disperazione da sola. mi devo fermare perchè non riesco ad andare avanti.
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