Erano belli, eleganti, biondi, raffinati.
Il Ballerino passava con disinvoltura dal boogie - woogie al fox-trot, non disdegnando i valzer e le polke ed era un ottimo tangueiro, Fred Astaire di paese compagno di danze ideale di tutte le ragazze perché educato e mai volgare. Il Principe aveva una bella voce melodica, un paio di 45 giri che avevano raggiunto un piazzamento in hit parade e una discreta notorietà locale, una garanzia di successo per le feste di piazza e le serate in balera.
Il Principe e il Ballerino si amavano, e non era facile essere gay nei paesini degli anni 50.
Si fa ma non si dice, tutti sanno ma fanno finta di non sapere.
"O come mai tuo figlio, che è un bel giovane, non si sposa?"
"Che vuoi, gli garba cambiare..."
Si fa ma non si dice, ma senza dirlo sono stati insieme per quasi cinquant'anni.
Il Principe sognava successi nazionali e cantava in balera, il Ballerino aveva un ottimo impiego in banca e gli lasciava rincorrere i suoi sogni, tanto quello che guadagnava bastava per entrambi.
Invecchiarono, il Principe continuava a sognare e il Ballerino lo accompagnava sorridendo, una buona pensione dopo tanti anni di lavoro, la casa lasciata dai genitori, la spesa al supermercato per la settimana.
Lo incontravo spesso, ancora biondo nella barba ma bianco nei capelli, gli occhi chiarissimi e vivaci, "ma come sei bellina, mi par di vedere la tua mamma alla tua età. Che balli bene come lei?"
"Macché! Io sono un palo della luce... La mamma ballava bene, me lo dice sempre di quando andavate al dancing di nascosto dal nonno"
"E la volta che si andò a vedere Dorelli, che le strinse la mano e lei non se la voleva più lavare... Che ridere!"
E tornava dal suo principe con le borse della spesa.
Il Ballerino se n'è andato. Il Principe è rimasto solo. Per la legge è sempre stato solo. Per la legge non aveva una famiglia, non ha diritti se non quello di piangere il compagno di una vita.
Ieri la Sbullofamily era al Torino Pride, e io ho pensato tanto al Principe e al Ballerino, a quanto gli sarebbe piaciuta la festa, la musica, i colori, finalmente avrebbero potuto smettere di nascondersi.
Perché quello che porta gioia, allegria, convivialità, sorrisi, non può essere sbagliato.
L'amore non è mai sbagliato, i diritti non sono mai da negare quando non sono lesivi della libertà e della vita altrui.
L'Italia è cresciuta abbastanza da riconoscere il diritto a ogni Ballerino e a ogni Principe innamorati di essere chiamati famiglia, è ora che chi è rimasto indietro si adegui.
E diciamo addio al medioevo, una volta per tutte.
Il Ballerino passava con disinvoltura dal boogie - woogie al fox-trot, non disdegnando i valzer e le polke ed era un ottimo tangueiro, Fred Astaire di paese compagno di danze ideale di tutte le ragazze perché educato e mai volgare. Il Principe aveva una bella voce melodica, un paio di 45 giri che avevano raggiunto un piazzamento in hit parade e una discreta notorietà locale, una garanzia di successo per le feste di piazza e le serate in balera.
Il Principe e il Ballerino si amavano, e non era facile essere gay nei paesini degli anni 50.
Si fa ma non si dice, tutti sanno ma fanno finta di non sapere.
"O come mai tuo figlio, che è un bel giovane, non si sposa?"
"Che vuoi, gli garba cambiare..."
Si fa ma non si dice, ma senza dirlo sono stati insieme per quasi cinquant'anni.
Il Principe sognava successi nazionali e cantava in balera, il Ballerino aveva un ottimo impiego in banca e gli lasciava rincorrere i suoi sogni, tanto quello che guadagnava bastava per entrambi.
Invecchiarono, il Principe continuava a sognare e il Ballerino lo accompagnava sorridendo, una buona pensione dopo tanti anni di lavoro, la casa lasciata dai genitori, la spesa al supermercato per la settimana.
Lo incontravo spesso, ancora biondo nella barba ma bianco nei capelli, gli occhi chiarissimi e vivaci, "ma come sei bellina, mi par di vedere la tua mamma alla tua età. Che balli bene come lei?"
"Macché! Io sono un palo della luce... La mamma ballava bene, me lo dice sempre di quando andavate al dancing di nascosto dal nonno"
"E la volta che si andò a vedere Dorelli, che le strinse la mano e lei non se la voleva più lavare... Che ridere!"
E tornava dal suo principe con le borse della spesa.
Il Ballerino se n'è andato. Il Principe è rimasto solo. Per la legge è sempre stato solo. Per la legge non aveva una famiglia, non ha diritti se non quello di piangere il compagno di una vita.
Ieri la Sbullofamily era al Torino Pride, e io ho pensato tanto al Principe e al Ballerino, a quanto gli sarebbe piaciuta la festa, la musica, i colori, finalmente avrebbero potuto smettere di nascondersi.
Perché quello che porta gioia, allegria, convivialità, sorrisi, non può essere sbagliato.
L'amore non è mai sbagliato, i diritti non sono mai da negare quando non sono lesivi della libertà e della vita altrui.
L'Italia è cresciuta abbastanza da riconoscere il diritto a ogni Ballerino e a ogni Principe innamorati di essere chiamati famiglia, è ora che chi è rimasto indietro si adegui.
E diciamo addio al medioevo, una volta per tutte.