La gatta è arrivata in casa nostra esattamente il 27 dicembre. Paradossalmente il suo ingresso è stato caldamente sponsorizzato da Emmemaxi, che dopo la terrificante esperienza con il gatto psicopatico di sette anni fa non ne aveva più voluto sapere.
Il suo nome è Fiona, non come la saltatrice in lungo ma come la moglie di Shrek, l'unica testa coronata che io sopporti. Del resto le somiglio pure.
Tra me e lei è stato amore a prima vista, anche se non corrisposto al cento per cento, preferisce palesemente mio marito che da quando è diventato cotutore di un gatto è stato ribattezzato "maschio alfa".
Fiona viene dal gattile comunale, dove aveva trascorso quasi tutti i suoi sei mesi di vita in gabbia, prima per via di un'infezione fungina, poi di un virus gastrointestinale e poi perché è stata sterilizzata. Ha la coda piccola e storta a causa di un incidente nei primi giorni di vita e soffre di attacchi epilettici.
E l'ho scelta proprio per questo, perché quelli che nascono con i difetti di fabbricazione non li vuole nessuno. O forse perché dieci anni di sportello di invalidità civile mi hanno lasciato una certa empatia con la categoria.
Fiona è una delle gatte più involontariamente comiche che abbia mai visto. La prima volta che ha cercato di saltare giù dal letto dove l'avevamo fatta salire ha preso male le distanze e si è spalmata tipo Will-e-Coyote sull'anta dell'armadio procurando disperazione infinita in Emmegrande che era convinto che si fosse rotta la testa. Ci hanno spiegato che per colpa della coda rotta sarà difficile che raggiunga il livello di equilibrio e agilità degli altri felini della sua specie, ma lei non demorde e ogni tanto azzarda balzi dal divano finendo, nel buon 80% dei casi, spalmata sul pavimento a pelle di leone. E poi non riesce a saltare verso l'altro, quindi quando vuole essere presa in braccio si siede ai piedi dell'umano che ha preso di mira e comincia a guardarlo con gli occhi del povero gatto, quelli che scioglierebbero anche un iceberg.
Durante il giorno cerca di continuo la compagnia degli umani, durante il pranzo si accuccia sulla porta della cucina, segue passo passo gli spostamenti da una stanza all'altra, descrivendo agili slalom tra le gambe di chi cammina e rischiando di mandarlo a gambe all'aria e spesso è in modalità "direttrice dei lavori": se io passo la scopa o lo straccio lei sta seduta sulla porta della stanza e mi scruta con occhio critico, se i bambini stanno facendo i compiti si piazza accanto a loro e controlla che non si alzino, verifica che la lavatrice giri con il ritmo giusto e adesso che sto scrivendo ogni tanto si affaccia per essere sicura che non mi distragga. Ma la sua attività preferita è la "Shadow-boxing". Quando vede la sua ombra riflessa sul pavimento o sul muro comincia a lottare con sé stessa prendendosi a zampate e cercando di fregarsi con balzi dal quali di solito atterra di pancia o di culo.
La sua utilità immediata è stata che finalmente Emmegrande sta superando la sua paura degli animali. Adesso la prende pure in braccio e la pettina, un po' timoroso ma ci riesce. Il prossimo passo sarà quello di convincerlo che se non lo sbrana un gatto domestico non lo farà nemmeno un volpino. Piano piano arriveremo anche agli alani.
Intanto mi fa compagnia in questi giorni di reclusione forzata, mi strappa diversi sorrisi e pure qualche risata e da quando c'è lei ci sono molti meno cubetti di lego e pupazzetti degli ovetti di cioccolato - maledetta Befana che me ne hai riempita la casa! - per terra, perché i bambini sono terrorizzati dall'eventualità che li ingoi.
Insomma, la famiglia cresce e finalmente con un'altra femmina. Ristabiliamo un minimo di proporzioni, vah!
Il suo nome è Fiona, non come la saltatrice in lungo ma come la moglie di Shrek, l'unica testa coronata che io sopporti. Del resto le somiglio pure.
Tra me e lei è stato amore a prima vista, anche se non corrisposto al cento per cento, preferisce palesemente mio marito che da quando è diventato cotutore di un gatto è stato ribattezzato "maschio alfa".
Fiona viene dal gattile comunale, dove aveva trascorso quasi tutti i suoi sei mesi di vita in gabbia, prima per via di un'infezione fungina, poi di un virus gastrointestinale e poi perché è stata sterilizzata. Ha la coda piccola e storta a causa di un incidente nei primi giorni di vita e soffre di attacchi epilettici.
E l'ho scelta proprio per questo, perché quelli che nascono con i difetti di fabbricazione non li vuole nessuno. O forse perché dieci anni di sportello di invalidità civile mi hanno lasciato una certa empatia con la categoria.
Fiona è una delle gatte più involontariamente comiche che abbia mai visto. La prima volta che ha cercato di saltare giù dal letto dove l'avevamo fatta salire ha preso male le distanze e si è spalmata tipo Will-e-Coyote sull'anta dell'armadio procurando disperazione infinita in Emmegrande che era convinto che si fosse rotta la testa. Ci hanno spiegato che per colpa della coda rotta sarà difficile che raggiunga il livello di equilibrio e agilità degli altri felini della sua specie, ma lei non demorde e ogni tanto azzarda balzi dal divano finendo, nel buon 80% dei casi, spalmata sul pavimento a pelle di leone. E poi non riesce a saltare verso l'altro, quindi quando vuole essere presa in braccio si siede ai piedi dell'umano che ha preso di mira e comincia a guardarlo con gli occhi del povero gatto, quelli che scioglierebbero anche un iceberg.
Durante il giorno cerca di continuo la compagnia degli umani, durante il pranzo si accuccia sulla porta della cucina, segue passo passo gli spostamenti da una stanza all'altra, descrivendo agili slalom tra le gambe di chi cammina e rischiando di mandarlo a gambe all'aria e spesso è in modalità "direttrice dei lavori": se io passo la scopa o lo straccio lei sta seduta sulla porta della stanza e mi scruta con occhio critico, se i bambini stanno facendo i compiti si piazza accanto a loro e controlla che non si alzino, verifica che la lavatrice giri con il ritmo giusto e adesso che sto scrivendo ogni tanto si affaccia per essere sicura che non mi distragga. Ma la sua attività preferita è la "Shadow-boxing". Quando vede la sua ombra riflessa sul pavimento o sul muro comincia a lottare con sé stessa prendendosi a zampate e cercando di fregarsi con balzi dal quali di solito atterra di pancia o di culo.
La sua utilità immediata è stata che finalmente Emmegrande sta superando la sua paura degli animali. Adesso la prende pure in braccio e la pettina, un po' timoroso ma ci riesce. Il prossimo passo sarà quello di convincerlo che se non lo sbrana un gatto domestico non lo farà nemmeno un volpino. Piano piano arriveremo anche agli alani.
Intanto mi fa compagnia in questi giorni di reclusione forzata, mi strappa diversi sorrisi e pure qualche risata e da quando c'è lei ci sono molti meno cubetti di lego e pupazzetti degli ovetti di cioccolato - maledetta Befana che me ne hai riempita la casa! - per terra, perché i bambini sono terrorizzati dall'eventualità che li ingoi.
Insomma, la famiglia cresce e finalmente con un'altra femmina. Ristabiliamo un minimo di proporzioni, vah!
Fiona durante un cruento match di shadow-boxing.
Oh che bello!
RispondiEliminaSiegmund sarebbe invidiosissimo, visto che i gatti son la sua passione. Anch'io credevo di essere un tipo da cani, invece ho scoperto una passione tardiva per i felini. Chissà che tra qualche anno il Ciofane non ottenga di prenderne uno.
La lotta con le ombre è anche il gioco preferito della nostra Potter!! Così come seguirci ovunque, bagno compreso, sigh! Mi lamento solo del suo essere mooolto mattiniera ma per il resto la adoro.
RispondiEliminaFiona è un gran nome,
Troppo bella e troppo simpatica!
RispondiEliminaBello vedere girare per casa un'amica pelosa ehehehe è bellissima Fiona ..adoro i gatti neri
RispondiEliminaUna bella birbantella, la gatta.
RispondiEliminaNon potevi fare scelta migliore.
RispondiEliminaun abbraccio veru