Che io sia una credente all'acqua di rose è cosa nota e risaputa. Che cerchi di andare d'accordo con Dio ma che ci vada molto meno con la chiesa altrettanto.
Ma i battesimi mi piacciono.
E sì, lo so che si impone a un bambino una fede che ancora non è in grado di capire e che dovrebbe essere lui a scegliere quando è in grado di farlo e che eccetera eccetera, ma mi piacciono perché secondo me sono la celebrazione di una vita che comincia, quando tutto ancora è da scrivere e da inventare.
Perché amo quei pupattoli infiocchettati che guardano il parroco con l'espressione "'zzo vuoi tu da me?" e sgranano gli occhi quando gli arriva quella goccia di acqua benedetta sulla testa a volte manifestando il loro dissenso con vocalizzi indignati.
Perché in ogni vita che comincia, oltre all'incontro di un ovocita e di uno spermatozoo, e la morula e la blastula e l'embrione, e una pancia che cresce fino a diventare ingombrante e al limite della sopportabilità, e le nausee e i piedi che diventano palloncini continuo a vedere un po' di magia, o di divino per chi preferisce.
E mentre il festeggiato spalanca gli occhi davanti alla fiammella della candela che suo padre tiene in mano io guardo quei due mostriciattoli seduti vicino a me e ricordo quando erano loro a passare dalle braccia del padrino a quelle della madrina altrettanto orgogliosi e mi sento fortunata, nonostante le notti bianche, le crisi dell'adolescenza, le stanze mai in ordine invase da minutissimi pezzi di lego e carte di caramelle nascoste nelle fodere dei cuscini del divano.
E poi penso a te, e anche se non ti vedo vedo il fondo lucido dei tuoi occhi.
Perché ti hanno detto che madre non lo diventerai, almeno non adesso, almeno non con le vie naturali.
Perché forse, possiamo provare, possiamo tentare, c'è una terapia, c'è una cura, ma non si sa, non si faccia illusioni, le speranze sono poche.
Ma tu sei madre quanto me.
Sei madre di mille pensieri, di mille speranze, di mille ritardi e di mille lacrime su una macchia di sangue.
Sei madre di mille tentativi, di mille sogni e di mille nomi da maschio o da femmina.
Sei madre di mille momenti di rabbia, perché a lei sì e a me no? Perché a quelle che li lasciano nei cassonetti o li vendono, a quelle che li trascurano, a quelle assassine e a me no?
Madre di mille bambini, perché a tutti quelli che incontri, a tutti i figli delle tue amiche che tieni in braccio, continui a rubare un colore degli occhi, un'espressione, la piega del sorriso o della smorfia che vorresti ritrovare nel tuo.
Sei mamma anche un po' dei miei figli, che guardi con gli occhi a forma di cuore e quanto sono belli, quanto sono cresciuti, quanto sono simpatici.
E mentre tutti pregano per il piccolo festeggiato il dedico il mio pensiero a te, che da madre dei pensieri lo diventi di cuore.
Grazie alla scienza, alla biologia, alla fortuna o a una carta bollata che tu riesca prima o poi a vedere quel sorriso, quel ricciolo così strano, in una creatura che ti chiami mamma, e che crescendo si renderà conto di quanto sarà fortunata ad averti come madre.
Ma i battesimi mi piacciono.
E sì, lo so che si impone a un bambino una fede che ancora non è in grado di capire e che dovrebbe essere lui a scegliere quando è in grado di farlo e che eccetera eccetera, ma mi piacciono perché secondo me sono la celebrazione di una vita che comincia, quando tutto ancora è da scrivere e da inventare.
Perché amo quei pupattoli infiocchettati che guardano il parroco con l'espressione "'zzo vuoi tu da me?" e sgranano gli occhi quando gli arriva quella goccia di acqua benedetta sulla testa a volte manifestando il loro dissenso con vocalizzi indignati.
Perché in ogni vita che comincia, oltre all'incontro di un ovocita e di uno spermatozoo, e la morula e la blastula e l'embrione, e una pancia che cresce fino a diventare ingombrante e al limite della sopportabilità, e le nausee e i piedi che diventano palloncini continuo a vedere un po' di magia, o di divino per chi preferisce.
E mentre il festeggiato spalanca gli occhi davanti alla fiammella della candela che suo padre tiene in mano io guardo quei due mostriciattoli seduti vicino a me e ricordo quando erano loro a passare dalle braccia del padrino a quelle della madrina altrettanto orgogliosi e mi sento fortunata, nonostante le notti bianche, le crisi dell'adolescenza, le stanze mai in ordine invase da minutissimi pezzi di lego e carte di caramelle nascoste nelle fodere dei cuscini del divano.
E poi penso a te, e anche se non ti vedo vedo il fondo lucido dei tuoi occhi.
Perché ti hanno detto che madre non lo diventerai, almeno non adesso, almeno non con le vie naturali.
Perché forse, possiamo provare, possiamo tentare, c'è una terapia, c'è una cura, ma non si sa, non si faccia illusioni, le speranze sono poche.
Ma tu sei madre quanto me.
Sei madre di mille pensieri, di mille speranze, di mille ritardi e di mille lacrime su una macchia di sangue.
Sei madre di mille tentativi, di mille sogni e di mille nomi da maschio o da femmina.
Sei madre di mille momenti di rabbia, perché a lei sì e a me no? Perché a quelle che li lasciano nei cassonetti o li vendono, a quelle che li trascurano, a quelle assassine e a me no?
Madre di mille bambini, perché a tutti quelli che incontri, a tutti i figli delle tue amiche che tieni in braccio, continui a rubare un colore degli occhi, un'espressione, la piega del sorriso o della smorfia che vorresti ritrovare nel tuo.
Sei mamma anche un po' dei miei figli, che guardi con gli occhi a forma di cuore e quanto sono belli, quanto sono cresciuti, quanto sono simpatici.
E mentre tutti pregano per il piccolo festeggiato il dedico il mio pensiero a te, che da madre dei pensieri lo diventi di cuore.
Grazie alla scienza, alla biologia, alla fortuna o a una carta bollata che tu riesca prima o poi a vedere quel sorriso, quel ricciolo così strano, in una creatura che ti chiami mamma, e che crescendo si renderà conto di quanto sarà fortunata ad averti come madre.
Grazie per questo post. No, così.
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