domenica 2 giugno 2013

Vuole una vita spericolata

Emmegrande è un bravo bambino. Cioè, è un bravo bambino il clone che portiamo fuori casa nelle occasioni ufficiali, quando è tra le mura domestiche è una peste come la maggior parte degli undicenni.
Però a scuola è bravo, con alti e bassi nelle materie che non gli piacciono ma non ci ha mai dato preoccupazioni.
Non è mai stato violento o manesco, un po' caciarone e polemico ma non ha mai alzato un dito su nessun compagno. Anzi, le maestre hanno sempre sottolineato la sua propensione a difendere i compagni in difficoltà.
Quando ci incontriamo con gli amici adulti si comporta bene, saluta educatamente, chiede per favore e ringrazia, chi ha avuto occasione di conoscerlo lo ha sempre notato.
Emmegrande ha sempre avuto problemi di socializzazione con i coetanei. La sua propensione ad essere polemico, a difendere le proprie ragioni a spada tratta, a non sopportare angherie e ingiustizie anche quando non sono a suo danno lo ha sempre esposto a prese di giro varie e a scherzi stupidi da parte di altri bambini.
Ha avuto grosse delusioni da compagni ai quali voleva un bene dell'anima, molte volte ho placato eccessi di rabbia e asciugato fiumi di lacrime, l'inverno scorso ha anche fatto qualche seduta terapeutica con una neuropsichiatra infantile perché soffriva veramente tanto e ne risentivano sia il rendimento scolastico che il comportamento in casa.
Adesso è più tranquillo e sereno. Ha degli amici.
Uno lo è dai tempi del nido d'infanzia, si erano persi alla materna e si sono ritrovati all'inizio dell'anno scolastico, perché entrambi frequantano il prescuola. Il soprannome del suo amico è sempre stato Attila.
Poi ci sono Dani e Dimi.
Il fatto è che Attila, Dani e Dimi sono tre ragazzini riconosciuti dal resto dei genitori come "poco raccomandabili". Ai giardinetti vengono da soli, non accompagnati dai genitori, Dani sfoggia una decina di centimetri di mutande oltre la cintura dei pantaloni, ha gli addominali scolpiti e da grande farà il bello e maledetto.
Dimi è piccolo, bruno e con la voce acutissima, lo senti ridere a tre chilometri di distanza e ha una venerazione per i deretani femminili tondi e sporgenti.
Insieme giocano sostanzialmente a pallone, e nessuno dei tre prende in giro Emmegrande per il suo lieve sovrappeso o perché non sarà mai un campione.
Quando lo vedono si illuminano della sua stessa gioia, si abbracciano, si prendono a panciate e a pacche, si avviano a prendere il gelato tenendosi le mani sulle spalle.
E quando torna a casa dopo aver giocato con loro Emmegrande non è mai triste o arrabbiato o deluso ma puramente, semplicemente felice.
Oggi la Sbullo-family è andata al parco in bicicletta, Emmemaxi a far da capogruppo e noi tre dietro. Arrivati abbiamo prima trovato uno dei bravi bambini, uno di quelli che ha fatto più disperare mio figlio e per il quale la neuropsichiatra ci ha imposto di  chiedere alla direttrice didattica che non sia in classe con lui il prossimo anno, all'inizio delle medie. Famiglia modello, padre dirigente madre impiegata che ha chiesto il part-time per seguire meglio il figlio e la sorellina più piccola. Un poco più avanti Dani e Dimi stavano giocando a pallone, da soli. Emmegrande ha lanciato la bicicletta sul prato e si è unito alla mischia, seguito da Emmepiccola che è la mascotte del gruppo. Gli altri genitori ci hanno educatamente salutato e poi hanno preso la loro prole e si sono spostati 500 m. a monte.
Pochi mesi fa mio figlio ci sarebbe rimasto male, oggi era troppo occupato a tirarsi panciate con Dani e Dimi.
Tornando a casa mi chiede se mi dispiaccia che lui giochi con Dani, ha sentito dire delle brutte cose su di lui dagli altri genitori.
Cose tipo che è maleducato, che si crede più grande della sua età, che farà una brutta fine.
Io vedo un decenne che mi dice buonasera e ciao, che vuole bene a mio figlio e che non lo fa star male come gli altri.
Non ho visto sigarette, bottiglie di birra, sfacciataggine dilagante.
Ho risposto a mio figlio che sono felice che abbia degli amici, che si vede che vanno d'accordo e che visto che lui è un ragazzino che quando vuole sa essere responsabile può aiutare Dani a capire che certi atteggiamenti non vanno bene, se è suo amico capirà e lo ringrazierà.
Non possiamo plasmare i compagn di gioco ideali dei nostri bambini con il das, e forse non sarebbe nemmeno giusto. Hanno diritto di sceglierli e noi abbiamo il dovere di insegnargli a stare attenti.
Istintivamente preferisco Dani e Dimi e le loro mutande sporgenti ai bravi bambini bravi a scuola che tanto hanno fatto disperare mio figlio, e cerco di ignorare le vocine che mi dicono che quelli faranno una brutta fine.
Ai miei tempi giravano anche su di me.
Però abbiamo deciso che finita la scuola organizzeremo un pigiama party in casa nostra, con Dani e Dimi come ospiti d'onore.
Magari me li studio meglio da vicino.

5 commenti:

  1. com'era? "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior"

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  2. Piu' di tutto conta la serenità di Emmegrande :-)
    E poi quelli con la puzzetta sotto il naso lasciamoli dove devono stare.
    veru

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  3. Al momento degli amici così li augurerei a mio figlio, che invece ha attorno tanti "bravi bambini" che lo lasciano sempre da parte perché non si adegua a tanti canoni.
    L'accettazione sincera è un gran dono ...

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  4. pare che tra i bravi bambini ci siano sono quelli educati a discriminare dai loro bravi genitori a quanto leggo nel tuo racconto....

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